Come potevamo dimenticarci di lui?
A 4 anni Arturo Benedetti Michelangeli entra al Civico Istituto Musicale Venturi, dove studia con Paolo Chimeri. Successivamente, all'età di 11 anni, prosegue gli studi presso il conservatorio di Milano, dove si diploma tre anni più tardi sotto la guida di Giovanni Anfossi. Nel 1938, all'età di 18 anni, dà inizio alla sua carriera internazionale partecipando al Ysaÿe International Festival di Bruxelles, dove si classifica al settimo posto. (Un breve resoconto di quel concorso, vinto da Emil Gilels, lo si deve a Arthur Rubinstein, che era in giuria. Secondo Rubinstein, Michelangeli "fece un'esecuzione insoddisfacente, tuttavia diede ampia dimostrazione della sua impeccabile tecnica"). L'anno successivo vince il Concorso di Ginevra, e Alfred Cortot membro della commissione, presieduta da Ignacy Jan Paderewski, esclama in quell'occasione:
"È nato un nuovo Liszt!".L'immensa perfezione della sua arte è riconosciuta da ogni critico e appassionato di musica. Le note sbagliate sono rarissime, la ricerca del suono è portata a livelli estremi, la compostezza e l'armonia delle sue esecuzioni sono proverbiali. Alle registrazioni di Benedetti Michelangeli viene pressoché unanimemente riconosciuto un livello eccezionale, tanto da essere considerate un punto di riferimento, si tratti delle opere di Debussy, Scarlatti, Chopin, Ravel, Schumann o Beethoven.
Vi sono anche diversi aneddoti su questo grande pianista, ad esempio: un allievo si presenta e dice: Maestro, ora le faccio sentire la sonata "patetica" di Beethoven. E lui: grazie, la conosco già!
oppure:
Michelangeli: -Buon giorno, cosa mi fa sentire?
Allievo: - il mephisto valzer di Liszt
Michelangeli: -Bene, si sieda a quel tavolo e me lo suoni!
Allievo: -ma come? al tavolo?
Michelangeli: -Certo!
E così fece
Chi più ne ha, più ne metta insomma...