ValerioScimmia, 17/04/2008 15.13:
E' singolare ma non è affatto impossibile. Anzi, è stato proprio così.
Io parlerei di concause. Mi ritrovo abbastanza con quest'analisi:
(...)Conviene mantenere la mente fredda e riprendere a fare politica. Ponendosi, ovviamente, due domande. La prima è: quali sono le cause della sconfitta? La seconda viene come conseguenza: e ora, che fare? Non so rispondere alla prima domanda. Se avessi conosciuto in anticipo le cause della sconfitta le avrei dette. Non credo che nessuno avesse capito cosa stava succedendo, e quindi non credo che nessuno sappia analizzare lucidamente le cause. Certo, se mi chiedete un elenco ve lo faccio:
il bipartitismo imposto da Veltroni e tutta quella faccenda del voto utile, lo
slittamento a destra dell'opinione pubblica italiana, il peso di temi come l'immigrazione e la sicurezza, il ritardo con il quale la sinistra ha saputo avviare il processo unitario, una discreta litigiosità interna, l'assenza di rinnovamento, il
poco appeal delle liste elettorali, l'indebolimento drammatico della struttura dei partiti politici e dunque del loro radicamento di massa, la
difficoltà ad avere un dialogo con il proprio popolo (anzi: con il popolo), le conseguenze della
grande disillusione creata dal governo Prodi, l'impressione che abbiamo dato di essere troppo subalterni al governo e l'impressione, opposta, e cioè di essere stati troppo bastian-contrari, la
poca convinzione con la quale abbiamo battuto sul tema dei diritti civili, l'aver messo in secondo piano la battaglia delle donne, i diritti degli omosessuali, l'opposizione al clericalismo, e anche - di nuovo all'opposto - le difficoltà che ci ha creato la svolta improvvisa (fondamentalista e moderata) della Chiesa cattolica passata da Woijtyla a Ratzinger...Posso proseguire ancora, e mettere tra gli errori, ovviamente, le difficoltà di comunicazione (e da questo punto di vista il giornale non si chiama fuori), la
difficoltà a fare politica in un sistema ormai del tutto spettacolarizzato e televisionario (...)
Piero Sansonetti, nell'articolo di apertura di "Liberazione" (15/04/2008)