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Dino Ciani

Ultimo Aggiornamento: 01/07/2008 10:55
16/02/2008 14:14
 
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uno dei più grandi pianisti di tutti i tempi, ingiustamente nell'ombra



Dino Ciani nasce a Fiume il 16 giugno 1941, ma la città che lo vede crescere e formarsi è Genova, dove la famiglia si trasferisce e dove inizia gli studi musicali: prima con Bianca Rodinis e poi con Martha Del Vecchio.

E’ un ragazzo precoce, dotato di rara sensibilità; ha una memoria ferrea e il dono prezioso dell’orecchio “assoluto”. Negli studi brucia le tappe: si diploma al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma con il massimo dei voti e nello stesso anno tiene il suo primo concerto pubblico a Santa Margherita Ligure. Segue a Parigi i corsi di perfezionamento con Alfred Cortot, un insegnante il cui pianismo è particolarmente affine al suo. Tra il giovane studioso e l’ormai anziano artista si stabilisce un legame di reciproca ammirazione e di sincero affetto.

Nel 1961 Ciani vince a Budapest il Premio Liszt-Bartók. Da questo momento ha inizio una brillante carriera concertistica internazionale, che lo vedrà accanto a direttori del livello di Gavazzeni, Abbado e Muti. Carlo Maria Giulini dirigerà il suo ultimo concerto a Chicago.

Il 27 marzo 1974, a soli 32 anni, Dino Ciani muore nei pressi di Roma, a causa di un incidente d’auto. Nel mondo musicale il trauma è grande. Con Dino Ciani scompare un pianista straordinario nel pieno di una luminosa carriera, un poeta della musica.

Dotato di vasta cultura, curioso di ogni forma di arte o sapere, aperto a numerose problematiche della vita, il giovane Ciani aveva inaugurato un modo molto personale di “comunicare” con il pubblico, illustrando in certi casi i brani che si apprestava a eseguire. Il carattere delle sue interpretazioni, sempre molto personali, scaturiva da lunghe meditazioni che determinavano, grazie a ulteriori percorsi di approfondimento, sempre nuovi cambiamenti.

Della musica egli amava tutto e faceva tutto per la musica. Era un solista, ma amava accompagnare i cantanti lirici, sia in pubblico che in privato, eseguendo al pianoforte intere opere. Era avido di nuove esperienze culturali, curioso e versatile, sembrava voler condensare tante vite in una sola.

Dopo la sua morte, senza considerare l'importante sforzo organizzativo del “Premio Ciani” nato sull’onda emotiva determinata dalla sua repentina scomparsa, sono venute a mancare le iniziative forse più importanti: la ricostruzione storica e critica della sua personalità di interprete e la classificazione dei materiali discografici.

Eppure ancora oggi il nome Dino Ciani si lega al ricordo di qualcosa di meraviglioso, come un lampo di luce o una meteora. Ora, con il distacco e l'oggettività dei lunghi anni trascorsi, è davvero tempo di tracciare un bilancio di questo artista dall'esistenza così breve, eppure così intensa, e di capire chi è stato e che cosa ha lasciato veramente Dino Ciani.

Ho notato con dispiacere che sul tubo questo pianista è inesistente, e voglio rimediare!
eccovi intanto un islamey favolosa!
it.youtube.com/watch?v=i93oi1CRUF8



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16/02/2008 20:55
 
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grazie, volodya: bellissimo topic, e ancor più bella è la registrazione che hai messo sul tubo.

Di questo pianista ho uno splendido doppio lp di un concerto dal vivo tenuto 4 mesi prima della scomparsa, in cui Ciani esegue 4 sonate di Beethoven (ne aveva già eseguito l'integrale). Davvero un pianista di capacità straordinarie [SM=g8362]
01/07/2008 10:55
 
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Lo ascoltai dal vivo a Milano, all'Angelicum, alla fine degli anni '60, suonó il 3° di Beethoven, era un pianista molto elegante e musicale, con un approccio alla musica piú "soggettivo" di Pollini (del quale era grande amico) ma con gli stessi interessi anche extramusicali.
Ho un paio di sue incisioni ancora in LP, 2 sonate di Weber e l'integrale degli studi di Chopin, molto interessanti: purtroppo la morte ce l'ha portato via troppo presto e le registrazioni rimaste sono veramente poche.
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